Spesso quando parlo con amici o conoscenti, o semplicemente quando entro in un supermercato oppure osservo le vetrine di alcune farmacie, mi rendo conto di quanto per noi la parola “benessere”, sia fisico che mentale, sia fondamentale, ma quanti pochi strumenti conosciamo realmente per raggiungerla. Anche se sono sotto i nostri occhi da sempre. Eppure non ce ne accorgiamo, o magari lo sappiamo, ma al momento opportuno non ci viene in mente.
Stavo leggendo un articolo sul sito Tgcom24 dal titolo “Ti senti gonfia? Porta in tavola questi cibi” e ovviamente, e aggiungo per fortuna, viene citata anche l’uva. Premesso che invece di farsi una diagnosi da soli, è sempre meglio recarsi da un medico per capire meglio le cause e la natura di qualsiasi sintomo o disturbo si pensi di avere, come quello elencato dall’articolo in questione, è certamente vero che una corretta alimentazione, e certi alimenti in particolare, ci aiutano a risolvere tanti piccoli problemini che poi, nel tempo, posso anche ingigantirsi.
L’irritazione del colon, con tutte le conseguenze del caso, è una di queste, sempre più diffusa a causa dei ritmi che la vita a volte ci impone: stress, mangiare di corsa, consumare cibi con poca fibra alimentare, sono alcuni dei tanti motivi. Io stesso, tra ufficio, vigna e i tanti viaggi all’estero, capisco perfettamente cosa significa.
Beh, l’uva da tavola – sì, lo so, sono di parte, ma cosa ci volete fare – oltre che essere buona e gustosa, cosa che certo non guasta, ha svariate doti che, correttamente, l’articolo cita:
Ha un importante effetto diuretico e drenante grazie alla sua elevata quantità di potassio. Fresca e dolce, l’uva si caratterizza per il buon contenuto di vitamine B1 e B6, che favoriscono il buon funzionamento del sistema nervoso, cardiovascolare e gastrointestinale. L’uva è inoltre ricca di tannini e antociani (entrambi potenti antiossidanti) che hanno un’azione protettrice sul microcircolo.
Tutto vero, quindi, consumate uva da tavola! Manca peraltro poco, e sulle nostre tavole potremo trovare anche quella di origine italiana, magari proprio pugliese (non me ne vorranno i colleghi siciliani, ma per la seconda volta in uno stesso post mi tocca essere di parte).